sabato 19 maggio 2007

Esperimento 1 - Elettroscopio a foglie

Costruzione dell'elettroscopio

Il primo esperimento di cui vorrei parlarvi è l'elettroscopio a foglie. Ci tengo perchè tra i miei tanti esperimenti che facevo sin da piccolo, questo lo presentai alla professoressa di scienze durante le scuole medie.

Gli "ingredienti" sono:
  1. una bottiglia di plastica (o un vasetto va bene ugualmente);
  2. il coperchio della bottiglia (o del vasetto);
  3. una vite (se non ce l'avete va bene anche un chiodo);
  4. della carta stagnola (che poi andrete a tagliare in due strisce sottili);
  5. nastro adesivo.
Guardando la figura vi sarà più facie capire la sua costruzione.


Occorre forare il coperchio conficcandoci la vita. Dopodichè attaccate alla parte inferiore della stessa le due striscioline di stagnola: è importante che queste stiano a contatto con la vita, se si toccano tra di loro va benissimo. Richiudete il tutto e...avete creato il vostro elettroscopio personale!


Funzionamento

Caricando elettrostaticamente un oggetto, quale può essere il contenitore di plastica) di una penna Bic strofinato su di un golf, avvicinandolo alla testa della vite noterete che le due foglioline tenderanno ad allontarsi tra di loro. Questo segnala la presenza di carica elettrostatica.
Toccando con l'astuccio la vite, le due strisce rimangono allontanate anche quando ci allontaniamo.


Spiegazione del fenomeno

Strofinando l'astuccio abbiamo cariche in eccesso su di esso (sono cariche negative, ma anche se avessimo ottenuto un eccesso di cariche positive l'esperimento sarebbe riuscito ugualmente). Dopodicchè avvicinandolo alla punta della vita tali cariche hanno fatto sì da allontanare le cariche dello stesso segno spostandole dalla parte opposta e precisamente son passate dalla punta fino alla stagnola. Ora, siccome le due foglioline di stagnola sono cariche della stessa carica accade che, secondo la fisica dell'elettrostatica, comincino a respingersi (cariche dello stesso segno si respingono, cariche opposte si attirano vicendevolmente) e così si allontanano.


Quando si va a toccare direttamente la vite le cariche si depositano sulla vite stessa e ivi rimangono per questo motivo anche quando ci si allontana le due foglie restano distanziate.


La figura a sinistra illustra un elettroscopio del 18° secolo. Se avete altre illustrazioni di questo strumento vedrò di pubblicarle

6 commenti:

daliacode ha detto...

Sperando che qualcuno abbia voglia di fare qualche esperimentino ogni tanto...

Il primo elettroscopio a foglioline aveva le foglie d'oro al posto della carta alluminata (come scritto in questo esperimento).

In principio non fa alcuna differenza che tipo di metallo si usa l'esperiemento riesce lo stesso (certo le foglie non devono pesare troppo, senno' chi le sposta).

La foglia d'oro va molto bene, perche' e' leggera, e' molto sottile e soprattutto non si piega cosi' facilmente come la carta alluminata.

Il primo spettoscopio aveva anche ai lati una specie di goniometro, che serviva a "misurare" la carica elettrica, in quanto piu' si allargavano le foglioline, tanto piu' l'oggetto in esame era carico elettricamente.

Spero che Remo riesca a trovare una qualche foto anche dell'originale sicuramente conservato in qualche museo in Francia...

Anonimo ha detto...

nono ho mai provato l'esperimento perche non ho la voglia e poi è difficilee

Remo Tomasi ha detto...

Caro anonimo... è meglio provarci... altrimenti come fai a dire che è faticoso? ;)

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.

Anonimo ha detto...

Complimenti vivissimi, un esperimento davvero ben spiegato davvero complimenti.

Remo Tomasi ha detto...

Ti ringrazio anonimo. Ultimamente sono un po' preso da tanti impegni lavorativi e non ho avuto modo di scrivere alcunché. Spero di aggiornare presto!
Intanto grazie mille! :)

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Prossimamente, tempo permettendo, riproporrò una serie di esperimenti sulla meteorologia una branca della scienza che mi ha preso sin da qua...